Pranzo da Mussolini

Lunch at Mussolini's

 

Breve pièce teatrale (un solo atto) che un giovanissimo, irriverente Dylan Thomas scrisse attorno al 1930 per il Little Theatre di Swansea. Lo sketch, tuttavia, non venne mai rappresentato. In Italia fu pubblicato nel 1970 sulla rivista teatrale Il Dramma, e nel 1972, in tiratura limitata, dall'editore milanese M'Arte.

Traduzione di Roberto Sanesi (che optò per il titolo Mussolini a colazione).

Mussolini, la moglie Rachele e la figlia Edda nel 1916
Mussolini, la moglie Rachele e la figlia Edda nel 1916

PERSONAGGI

 

Mussolini

Sua Moglie

Suo Figlio

Sua Figlia

Il Segretario

 

La stanza da pranzo nella casa di Mussolini a Roma. Entra Mussolini. Indossa la sua uniforme più pittoresca e la migliore della sue espressioni inscrutabili. La famiglia scatta sull'attenti. Lui si siede. Loro si siedono.

 

MUSSOLINI (versandosi il caffè). Insomma, questo è troppo. L'acqua per la barba era fredda un'altra volta. Lo scaldabagno non funziona, e il bagno è in condizioni schifose.

LA MOGLIE. Beh, ma cosa pretendi caro, se ci vuoi tenere una mitragliatrice?

MUSSOLINI. Bisogna pure che mi difenda, no?

LA MOGLIE. Ma non nella stanza da bagno, caro.

MUSSOLINI. Bah! (Sbucciandosi una banana). E guarda questa banana, è marcia. Possibile che non vada mai bene niente in questo posto?

LA MOGLIE (compiacente). No, caro. Spero ti sia ricordato di cambiarti la biancheria.

MUSSOLINI. Certo. E di far prendere aria alla camicia. E di pulirmi i denti. E di lavarmi dietro le orecchie.

IL FIGLIO. Perché papà s'è messo l'uniforme oggi? Deve andare a posare una prima pietra o a inaugurare una biblioteca pubblica?

LA MOGLIE. Sta' zitto, caro. Deve andare a farsi fotografare.

MUSSOLINI (secco). Piantala, signorino. (Il ragazzo comincia a frignare. Le donne si guardano).

LA MOGLIE. Benito! (Nessuna risposta) Benito!

MUSSOLINI. Insomma, cosa c'è? Non ce l'ha un fazzoletto questo ragazzo?

LA MOGLIE. Sì, caro.

MUSSOLINI. E allora perché non lo adopera? (Il ragazzo ricomincia a frignare) Non lo vedi che sono occupato? Stasera ho un discorso importante.

LA MOGLIE. Allora non ti dimenticare l'ombrello, caro, sembra che stia per piovere.

MUSSOLINI. Bah!

LA MOGLIE. A proposito del vestito nuovo di Edda...

MUSSOLINI. E t'aspetti che mi metta a discutere d'una faccenda del genere?

EDDA. Dovrò pure averne uno, no?

MUSSOLINI. Non essere impertinente.

LA MOGLIE. La bambina ha ragione. Se non facciamo alla svelta, perdiamo la svendita.

MUSSOLINI. Vorrei sapere a cosa serve cercar di fare il dittatore quando uno ha famiglia.

LA MOGLIE. Vorrei che tu non fossi così violento, caro. Quasi rompevi un piattino.

MUSSOLINI. Ma come osa? Come osa? Io lo faccio fucilare. Lo faccio fare a pezzi. Lo faccio...

LA MOGLIE. Qualcuno che non è d'accordo con te, caro?

MUSSOLINI. Che non è d'accordo? Quell'infernale direttore di tutta 'sta porcheria ha avuto il coraggio di criticarmi. (Afferra il campanello).

LA MOGLIE. No, un minuto caro. Non abbiamo ancora deciso cosa si mangia a pranzo.

MUSSOLINI. Pranzo! Quando i destini dell'Impero tremano?...

LA MOGLIE. Sì, caro. Non tornerai tardi anche oggi, eh?

MUSSOLINI. Non lo so. Come faccio a saperlo. Perché?

LA  MOGLIE. Se continui ad arrivare in ritardo per i pasti non riusciremo mai a tenerci in casa una donna di servizio.

MUSSOLINI. Mai sentita una cosa simile. Sei tu che ti devi imporre.

LA MOGLIE. Sì, caro. Forse ti piacerebbe cominciare con la cuoca?

MUSSOLINI (in fretta). Io... eh... certo che no. Ho già abbastanza da fare. (Suona  il campanello. Entra il segretario).

IL SEGRETARIO. Eccellenza?

MUSSOLINI  (mostrando il giornale). L'avete visto?

IL SEGRETARIO. Sì, Eccellenza. La polizia segreta l'ha arrestato un'ora fa. Vogliono sapere cosa gli devono fare.

MUSSOLINI. Fare? Dobbiamo essere indulgenti. Era un vecchio amico di mio padre. Diciamo vent'anni di galera in una fortezza e un'ammenda di tre milioni.

IL SEGRETARIO. Molto  bene, Eccellenza. E c'è un'altra questione.

MUSSOLINI. Un'altra?

IL SEGRETARIO. Al Lido due tedeschi si sono lamentati della cucina dell'albergo.

MUSSOLINI. Si sono lamentati della cucina italiana? È un insulto. Immediata rappresaglia con l'Ambasciatore tedesco.

IL SEGRETARIO (si inchina e si ritira). Molto bene, Eccellenza.

MUSSOLINI. Ecco come ci si deve comportare... Con fermezza. A fronte alta. È così che Napoleone...

LA MOGLIE. Sì, caro. Ma cosa vorresti a pranzo?

MUSSOLINI. Pranzo! Ma che importanza ha? Lo sai che non bado a cosa mangio.

LA MOGLIE. Cosa ne diresti di un po' di vermicelli, allora?

MUSSOLINI. Assolutamente no. Li abbiamo mangiati lunedì.

LA MOGLIE. Ma sono nutrienti, ti fanno bene, caro.

MUSSOLINI. Ti ho detto niente vermicelli. Non facciamo che mangiare vermicelli.

LA MOGLIE. Magari potresti pensare tu a qualcosa.

IL FIGLIO. Maccheroni.

EDDA. Ssssh!

MUSSOLINI. Cosa vuoi dire, signorina? Ssssh? Suppongo di poter avere maccheroni se mi va di avere maccheroni, sì o no?

LA MOGLIE. Sì, caro. Ma ricordati cos'è successo l'ultima volta che abbiamo mangiato maccheroni.

MUSSOLINI. Eh?

IL FIGLIO. Sì, papà. Ti sei preso l'indigestione e hai mandato la flotta contro la Grecia.

MUSSOLINI. Come osi? Sai quanta gente è morta per avermi detto molto meno?

LA MOGLIE. Sì, caro, ma si può sapere cosa vuoi a pranzo?

MUSSOLINI. Te l'ho detto che non mi interessa. Basta che non ci sia l'aglio. Stasera devo tenere un discorso patriottico.

LA MOGLIE. Vermicelli, allora?

MUSSOLINI. Bah!

 

Dylan Thomas

Introduzione di Roberto Sanesi (clicca per ingrandire)
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